Piano Europeo a sostegno della mobilità ciclistica

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Finalmente il Parlamento Europeo ha approvato una vera e propria cycling strategy a favore della mobilità ciclistica.

Un piano in diciotto punti, indicativi come deve essere perché poi spetterà ai singoli Stati dell’Unione tradurli in norme operative, ma che pone alcuni punti fermi coi quali ogni Governo nazionale dovrà cimentarsi.

Più che i singoli punti, e comunque in basso riporto il testo della risoluzione, per me è importante l’introduzione.

Quella parte che tutti saltano in ogni provvedimento amministrativo, di solito piena di rimandi e “visto che” e “considerato che”, in pratica l’apoteosi del burocratese.

Stavolta con rara incisività invece si è voluto chiarire da subito l’importanza della bici, in sé e come industria, per la mobilità sostenibile.

Riconoscendogli quella dignità che troppi politici le negano, ritenendo lo spostarsi sui pedali solo un passatempo per sfaccendati.

Ve ne riporto alcuni stralci.

[…] considerando che l’uso della bicicletta apporta molti benefici, tra cui una migliore salute, una riduzione del traffico stradale e dell’inquinamento acustico, una migliore qualità dell’aria, una crescita economica e benefici ambientali e sociali;

[…] considerando che sono necessarie infrastrutture ciclabili più sicure per sbloccare il potenziale della mobilità ciclabile, che rappresenta una valida alternativa per gli spostamenti su brevi distanze;

[…] considerando che la mancanza di parcheggi sicuri e di misure per prevenire i furti, nonché la mancanza di piste ciclabili dedicate sono due dei principali ostacoli nell’attrarre nuovi utenti e realizzare appieno il potenziale della mobilità ciclabile nelle città.

Confesso che leggendo questi passaggi mi sono inorgoglito, chi segue il blog sa che sono esattamente le stesse cose che chiedo da anni e che, soprattutto nelle ultime settimane, ho più volte portato alla vostra attenzione.

Non sono così presuntuoso da affermare che a Bruxelles hanno letto il blog; ma posso con certezza dire che se ci ero arrivato io, potevano arrivarci pure loro…

Il documento approvato prosegue poi con i suoi diciotto punti, che delineano, come detto in apertura, una vera e propria strategia a cui attenersi.

Anche qui sintetizzo le fasi salienti, stavolta con parole mie.

Il Piano per la mobilità ciclabile punta a raddoppiare entro il 2030 i chilometri percorsi pedalando. Un obiettivo da centrare aumentando le cycle highways, ossia quei percorsi che uniscono le aree periferiche con quelle centrali (la Germania è capofila in queste infrastrutture) e favorendo l’intermodalità tra bici e altri mezzi di trasporto incrementando pure le aree di parcheggio presso le stazioni.

Anche qui, permettetemelo, lo dico da anni. Da ultimo in questo articolo.

Il Piano non trascura l’importanza della bike economy, consapevole dell’enorme fatturato che genera e dei posti di lavoro che assicura. 

Lo fa ponendo maggiore attenzione al Made in Europe (e sarebbe strano il contrario…), incentivando il ritorno alla produzione nel Vecchio Continente (Bianchi ha fatto da apripista, per esempio) e ponendo la massima attenzione sull’importanza del comparto industriale legato alla bici.

Tanto che a caldo Manuel Marsilio, general manager della Confederazione dell’industria ciclistica europea (Conebi) ha affermato: “Il riconoscimento da parte del Parlamento Europeo del valore dell’industria bici nel tessuto economico, manifatturiero e tecnologico del nostro continente è un segnale forte perché il Parlamento chiede alla Commissione di lavorare ad una strategia inter istituzionale. Questa risoluzione tocca temi molto concreti, messaggi chiave che riflettono tutti i punti cardine delle nostre richieste avanzate a Bruxelles nel corso degli anni, incluso l’invito alla Commissione Europea e gli Stati Membri a sostenere la produzione di bici e componenti Made in Europe attraverso una politica industriale guidata e coordinata dall’UE con finanziamenti ad hoc e incentivi fiscali, come la riduzione dell’iva, per esempio“.

Già, la riduzione dell’IVA.

Una facoltà che hanno gli Stati membri e che è stata subito colta al volo dal Portogallo, che ha ridotto dal 23% al 6% la tassazione sul valore aggiunto di tutto ciò che è riconducibile alla bicicletta. 

Segnalo infine la volontà di fare del 2024 l’anno della bicicletta. Che non è solo uno slogan.

Vi lascio al testo integrale, manca solo la parte coi “visto che”; ma se vi piacciono alla fine c’è il link alla pagina della Commissione Trasporti con il documento nella sua interezza..

Buone pedalate

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Sviluppare una strategia dell’UE in materia di traffico ciclistico

PE738.382

Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2023 sull’elaborazione di una strategia dell’UE per la mobilità ciclabile (2022/2909(RSP))

[…]

  1. considerando che i trasporti sono una fonte significativa di inquinamento atmosferico e che i modi di trasporto sostenibili, come gli spostamenti in bicicletta, sono essenziali per conseguire gli obiettivi dell’UE in materia di clima e riduzione dell’inquinamento e per realizzare le ambizioni dell’Unione nell’ambito delle iniziative “Risparmio energetico nell’UE” e REPowerEU;
  2. considerando che l’uso della bicicletta apporta molti benefici, tra cui una migliore salute, una riduzione del traffico stradale e dell’inquinamento acustico, una migliore qualità dell’aria, una crescita economica e benefici ambientali e sociali;
  3. considerando che la bicicletta è un mezzo di trasporto relativamente poco costoso, a portata della maggior parte dei cittadini e che promuove un’economia sostenibile;
  4. considerando che sono necessarie infrastrutture ciclabili più sicure per sbloccare il potenziale della mobilità ciclabile, che rappresenta una valida alternativa per gli spostamenti su brevi distanze;
  5. considerando che, nell’UE, l’ecosistema della bicicletta rappresenta già più di 1 000 piccole e medie imprese (PMI) e 1 milione di posti di lavoro e può crescere fino a 2 milioni di posti di lavoro entro il 2030; che le biciclette elettriche rappresentano un’opportunità per la crescita dell’industria della bicicletta, in quanto offrono il potenziale per creare posti di lavoro verdi e assorbire i lavoratori riqualificati provenienti da altri settori;
  6. considerando che la mancanza di parcheggi sicuri e di misure per prevenire i furti, nonché la mancanza di piste ciclabili dedicate sono due dei principali ostacoli nell’attrarre nuovi utenti e realizzare appieno il potenziale della mobilità ciclabile nelle città;
  7. ritiene che la mobilità ciclabile debba essere riconosciuta come un modo di trasporto a pieno titolo; chiede alla Commissione di elaborare una strategia europea dedicata in materia di mobilità ciclabile con l’obiettivo di raddoppiare il numero di chilometri percorsi in bicicletta in Europa entro il 2030; invita la Commissione a garantire la raccolta armonizzata di dati sulla mobilità ciclabile, compresi i dati industriali;
  8. osserva che la mobilità ciclabile è aumentata in risposta alla pandemia di COVID-19 e all’aumento del prezzo dei combustibili fossili dalla guerra di aggressione illegale della Russia contro l’Ucraina; incoraggia le autorità regionali e locali a valutare la possibilità di mantenere le infrastrutture ciclabili realizzate in risposta alla pandemia attraverso i loro regolari processi di pianificazione urbana e ad adottare azioni concrete per integrare adeguatamente la mobilità ciclabile nei loro quadri per la mobilità urbana, riconoscendo nel contempo il suo potenziale per contribuire a una migliore connettività tra le aree suburbane e i centri urbani, in particolare attraverso le autostrade ciclabili;
  9. incoraggia, al fine di promuovere la multimodalità, la creazione di sinergie tra l’uso della bicicletta e altri modi di trasporto, ad esempio mettendo a disposizione più posti per le biciclette sui treni e predisponendo aree di parcheggio più sicure per le biciclette nelle stazioni e negli snodi della mobilità;
  10. ritiene che le politiche europee dovrebbero tenere debitamente conto della mobilità ciclabile nella costruzione o nell’ammodernamento dell’infrastruttura TEN-T, compresa l’aggiunta di piste ciclabili parallele ai binari ferroviari e alle vie navigabili interne, ove possibile;
  11. incoraggia gli Stati membri e le autorità locali ad aumentare in modo significativo gli investimenti nella costruzione di infrastrutture ciclabili separate, a integrare programmi di bike ed e-bike sharing a prezzi accessibili nelle reti dei loro piani di mobilità e a tenere conto della mobilità ciclabile come soluzione vitale dell’ultimo miglio nei nodi urbani;
  12. sottolinea che la pianificazione delle infrastrutture urbane dovrebbe essere sviluppata conformemente alla legislazione dell’UE in materia di sicurezza stradale, comprese le norme di sicurezza per gli spostamenti in bicicletta; invita la Commissione ad accelerare i lavori relativi agli orientamenti sui requisiti di qualità per infrastrutture ciclabili sicure e di alta qualità di cui alla direttiva GSIS5; sottolinea la necessità di migliorare le tecnologie dei sistemi di trasporto intelligenti affinché diventino più efficaci nel riconoscere i ciclisti sulla strada;
  13. invita la Commissione a riconoscere il settore della bicicletta, compresa la produzione di batterie per le biciclette elettriche e l’economia circolare, e in particolare le PMI, come partner legittimo nell’ecosistema della strategia industriale dell’UE, nonché nei programmi relativi alle infrastrutture industriali e nei regimi di finanziamento; invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare progetti relativi agli spostamenti in bicicletta e ai settori connessi quali, tra gli altri, la mobilità, il turismo, la salute e lo sport;
  14. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere la produzione di biciclette e componenti “Made in Europe”, stimolando in tal modo la competitività dell’industria dell’UE, colmando la carenza di investimenti, mantenendo condizioni di parità a livello mondiale e stimolando la rilocalizzazione e la sicurezza delle catene di approvvigionamento, promuovendo posti di lavoro di alta qualità, creando “cluster ciclistici” e rafforzando la formazione professionale connessa al settore;
  15. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire l’accessibilità delle piste ciclabili per le persone a mobilità ridotta, nonché a rendere l’uso della bicicletta abbordabile per i gruppi vulnerabili; osserva che il Fondo sociale europeo per il clima e i fondi strutturali e di investimento possono aiutare le persone più colpite dalla “povertà dei trasporti” sostenendo l’acquisto di biciclette o l’accesso a servizi di bike sharing;
  16. invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a condurre campagne educative e di formazione, comprese campagne di informazione, per sensibilizzare in merito alla sicurezza stradale, sostenendo l’uso sicuro della bicicletta e della bicicletta elettrica; invita inoltre la Commissione a proporre orientamenti sulla sicurezza degli spostamenti in bicicletta (uso del casco, limitazioni legate all’età, trasporto di bambini, ecc.) e chiede che si presti particolare attenzione alla promozione dell’uso della bicicletta tra le donne e gli anziani, in particolare migliorando la sicurezza;
  17. osserva, in tale contesto, che un’applicazione e un monitoraggio adeguati sono essenziali per la sicurezza e protezione degli utenti e chiede che si ponga l’accento sull’applicazione delle norme esistenti al fine di garantire la coesistenza rispettosa dei diversi modi di trasporto;
  18. sottolinea il potenziale della bicicletta elettrica per promuovere l’uso della bicicletta; osserva che, al fine di mantenere una diffusione e un accesso rapidi alle biciclette elettriche, è necessario procedere a un’adeguata classificazione giuridica delle biciclette elettriche in grado di raggiungere velocità fino a 25 km/h nella legislazione dell’UE e in quella nazionale;
  19. sottolinea che, nella pianificazione degli alloggi, è opportuno prestare la dovuta attenzione a parcheggi sicuri e protetti per le biciclette e alla capacità di ricarica per le biciclette elettriche;
  20. incoraggia le imprese, le organizzazioni pubbliche e le istituzioni a promuovere l’uso della bicicletta mediante incentivi specifici, compresi programmi per i dipendenti e l’installazione di un numero sufficiente di parcheggi per biciclette con caricabatterie per biciclette elettriche, e fornendo servizi sanitari adeguati;
  21. sottolinea che il cicloturismo e il ciclismo nelle zone rurali devono essere sostenuti accelerando lo sviluppo della rete EuroVelo e delle sue 17 piste ciclabili, in particolare fornendo maggiore sostegno e sfruttando le sinergie con la rete TEN-T;
  22. incoraggia gli Stati membri a ridurre le aliquote IVA per la fornitura, il noleggio e la riparazione di biciclette e biciclette elettriche;
  23. invita la Commissione a designare il 2024 Anno europeo della bicicletta;
  24. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e agli Stati membri e ai loro parlamenti.

Il link al documento integrale

 

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